Caro Babbo Natale
PER L'ANNO NUOVO 2009
Caro Babbo Natale
PER L’ANNO NUOVO 2009
Caro Babbo Natale,
per l’anno nuovo 2009 non ti chiedo l’amante. Se tu avessi voluto me l’avresti mandata qualche decennio fa, ma ora che sono anziano non saprei proprio cosa farmene. E non ti chiedo nemmeno la fuoriserie o la macchina di grossa cilindrata per sfrecciare sull’autostrada a 200 all’ora. Sono sicuro che dopo nemmeno mezz’ora andrei a sbattere perché la vista ed i riflessi non sono come quelli di alcuni decenni or sono. Non ti chiedo nemmeno una grossa casa con una diecina di stanze. Non saprei cosa farmene. A me basta la cucina ( che uso poco perché non posso mangiare molto), la camera da letto ( che uso poco perché soffro d’insonnia) ed il bagno che uso molto a causa della prostata. La cantina, a dire la verità, pure mi serve, perché dopo pranzo e dopo cena l’acqua non mi fa digerire, mentre uno ( o due) bicchieri di Sangiovese o di Aglianico, mi fanno digerire e mi fanno affrontare la nottata con maggiore serenità. Potrei chiederti di campare cento anni. Ma cosa me ne farei? Oramai qualche anno in più o qualcuno in meno non cambia certamente le cose. Quindi, caro Babbo Natale, decidi tu, anche perché io non sono in grado di discutere sul tema. Una cosa, ti vorrei chiedere. Avere un occhio benevolo verso quelli che verranno. Io sono nato durante la Seconda Guerra Mondiale e sebbene si tratta di un ricordo lontano, l’eco bellico rimbomba ancora, con orrore e tristezza, nella mia mente. Guarda con occhio benevole quelli che verranno, Di tutte le razze, di tutte le religioni, di tutte le parti del mondo. Per vivere dovranno lavorare… Ma è giusto che sia così. Come hanno fatto i loro nonni ed i loro genitori. Ma fa in modo che quelli che verranno, pur sgobbando per un tozzo di pane, vivano con dignità, nella pace perenne, ed al mattino, quando si svegliano possano sorridere al sole, alle nubi, al gatto vicino al camino, al cane che abbaia in giardino, agli uccelli che incominciano a cinguettare sul far dell’alba, alle zappe dei contadini che affondano nel terreno per far produrre nuovi raccolti di prodotti non geneticamente modificati. Ed anche se il latte diventerà acido, se il pane diventerà raffermo ed il vino aceto, fa si che tutti vivano una dimensione ecologica nel rispetto della natura e del Massimo Creatore. Che dopo le vacche magre manderà le vacche grasse. E solo allora l’uomo mortale potrà fare il confronto tra la ricchezza e la povertà. Ma in questo alternarsi di positività e negatività, gli esseri umani sapranno meglio guardarsi nel fondo degli occhi, scrutare nel profondo dell’animo, scrollarsi di dosso gli atavici egoismi e riprendere a sorridere. Sorridere al mondo ed a tutti gli abitatori. E San Francesco gioirà, e Cristo dall’alto, guarderà il mondo sottostante e sorriderà. Ed una nuova luce di pace illuminerà anche gli animi tristi dei cattivi, in una cosmica catarsi che darà alla luce una meravigliosa Creatura: la solidarietà.
Catello Nastro